I colori del vino

Bacco

Mi ricordo bene come tutto ha avuto inizio: da una macchia di vino sulla tovaglia. Bianca, naturalmente e, altrettanto naturalmente, l’autore ero io e già prevedevo le pacate rimostranze di mia moglie alla vista della mia prodezza e pensavo alle inutili parole di scusa da parte mia per minimizzare il delitto e circoscrivere la pena. Poi, però, avvenne l’inimmaginabile: nessuna reazione, solo un’attenta osservazione di quell’informe e sgangherato sfregio sulla tovaglia immacolata.

Grappolo d'uvaDopo circa un minuto iniziai a preoccuparmi, vista l’assenza di reazioni evidenti; forse, pensavo, stava elaborando il lutto e passando in rassegna le possibili vendette che si sarebbero abbattute su di me ma, invece, nulla di tutto ciò avvenne. Successe che la macchia, osservata dal suo punto di vista, assomigliasse a un’immagine reale, forse qualcosa che poteva vedere solo lei in un momento di ispirata pareidolia e, alla fine, fu questo che mi salvò e diede inizio a una piacevole e curiosa avventura tra i vini; non più solo degustati ma usati anche come colore per creare dipinti.

I soggetti, inizialmente, risultavano particolarmente monocromatici ma, con il passare del tempo e le sperimentazioni, si fece strada tutta una serie di sfumature prodotte dai diversi vini che si andava a stappare. Ogni vino ha il proprio colore, l’annata e la conservazione ne producono varianti, la concentrazione ne esalta i toni e, se diluito, si combina con altre uve per produrre nuove sfumature.

Bicchieri di vinoBacco fu il primo a entrare in casa con il suo faccione rubizzo; seguirono poi foglie, tralci e acini come naturale attinenza con la fonte di quel colore e poi, finalmente, i bicchieri con quello che potrei chiamare un ritorno alle origini: il vino che dipinge se stesso.

 

La luna bussò

La Luna bussò alle porte del buio. Rispose Venere che, scendendo dal letto in pigiama, diede una pedata al comodino vedendo le stelle. Vide la Luna e subito le andò di traverso. Le due si guardarono attraverso il tempo per un attimo cosmico e Venere disse: “Non abbiamo bisogno di nulla!” e se ne andò altera, bella come una dea assonnata.

Allora la Luna bussò nel sogno di un passante. Rispose il bambino che era in lui e gli occhi pieni di meraviglia la fecero innamorare. Divenne piena anche al primo quarto e illuminò la strada del viandante.

E poi…

e poi il viandante versò una lacrima: mai la Luna gli era stata gentile, ma quella sera lei vide in lui l’oscurità, e gli donò la luce.

Nel tempo si accorse che la luce era già in lui e la Luna fece solo la magia di fargliela scoprire.

Così il viandante sigillò la luce nel suo cuore come un gioiello nello scrigno: gli avrebbe tenuto compagnia durante il cammino.

E il bambino, la donna, il vecchio e tutte le parti della sua anima si risvegliarono nella luce. Tutte insieme iniziarono a parlarsi, a dirsi le cose che erano finite infrattate nei recessi più scuri della mente. Fu uno scoppio di serenità. Alcuni la chiamano illuminazione.

E come pezzi di specchio infranto, l’anima si ricompose, riflettendo per sempre la sua gioia, pur non nascondendo le ombre: perché, si sa, la Luna conosce ogni segreto e sa sempre come indicare il cammino.

 

La vera storia del Castello di Dracula

Castello di Bran – Brasov – Romania

Castello di Brasov
Castello di Brasov – Acquerello

Il principe, noto come Dracula, in realtà si chiama Vlad III di Valacchia ed è vissuto al tramonto del Medioevo, nel XV secolo. Egli discendeva dalla famiglia dei Drăculești, da cui poi deriva il nome Dracula secondo la regola del patronimico (figlio di Dracul). Dracul era il soprannome del padre Vlad II e letteralmente vuol dire “diavolo”. Il principe come suo padre era noto in tutta Europa per essere un uomo crudele e sanguinario, tanto da essere ricordato come l’Impalatore, per l’usanza di impalare i suoi nemici.

La leggenda che il Castello di Dracula fosse la reggia del più crudele e temuto tra i vampiri, il conte Dracula appunto, è pura fantasia. Il personaggio celebrato in tutto il mondo è nato dalla sferzante penna dello scrittore irlandese Bram Stoker.

Quindi il vero conte Dracula non è mai stato un vampiro, ma non per questo non vale la pena visitare il grandioso castello di Bran ricco di fascino e mistero. Inoltre, il castello non è mai appartenuto al vero conte Dracula!

La storia completa la potete trovare qui:

https://www.viaggiculturalieuropa.it/blog/il-castello-di-dracula-bran-romania/

Il castello ha ispirato questo lavoro di Daniela

Come trasformare un’idea

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Benvenuti in NuvolePennelli. In questo blog compariranno le novità, le notizie, le curiosità che nascono dal mio mondo di pennelli. Vi auguro una buona lettura.